Sarà anche il più bel mondiale di sempre, ma non per noi. Noi ce ne torniamo a casa; un pò increduli, un pò arrabbiati, sicuramente tanto delusi. Personalmente, non me lo aspettavo. Personalmente, alla vigilia pensavo potessimo fare un bel mondiale, arrivare ai quarti per intenderci (ma sulle semifinali ci scommettevo pure!), visto che passato il girone l'incrocio degli ottavi sarebbe stato abbastanza favorevole (ci sarebbe toccata la Grecia..). Personalmente, prima della partita di ieri, pensavo che come sempre in queste situazioni ce l'avremmo fatta col rotto della cuffia. E invece siamo fuori. Strameritatamente. E più del 2010, stavolta sono ancora più deluso perché un pò mi sento tradito. Da Lippi, che sarebbe rimasto incollato sulle proprie idee ferme al 2006 me lo aspettavo; certo non mi aspettavo di uscire con Slovacchia, Nuova Zelanda e Paraguay, ma sapevo che avevamo tra le mani una squadra bollita. Ma stavolta no. Prandelli è arrivato quattro anni fa per ricostruire una nazionale, riavvicinarla ai tifosi, creare bel gioco. E c'era riuscito, fino a qualche mese fa. L'Italia non era certamente ricca di talenti come una decina di anni fa, ma divertiva, aveva coraggio, se la giocava. Sono arrivati così un bellissimo secondo posto agli Europei ed un terzo posto ad una Confederation Cup; due competizioni che in alcune serate ci hanno riportato alle emozioni del 2006. Il progetto sembrava destinato ad approdare ad un mondiale da protagonisti; se non altro potevamo giocarcela perché su Prandelli ci avrei messo la mano sul fuoco, mi fidavo. E mi sono fidato pur con un'Italia che non vinceva da 7 partite ("L'Italia gioca seriamente solo nelle competizioni importanti"), pur con l'esclusione di Rossi ("ha scelto i più in forma, perché Prandelli impara dagli errori e dopo la finale persa con la Spagna anche per la stanchezza lo ha capito") e persino con la scelta INSPIEGABILE di non portare terzini. Chiellini terzino con l'Inghilterra è stato quasi umiliato, e al di là di un comunque bravissimo Darmian, spostato continuamente da una fascia all'altra ed a cui non si può certamente pretendere di prendersi sulle spalle la nazionale, è stato evidente a tutti l'errore di non inserire tra i 23 neanche un terzino degno di questo nome con un minimo di esperienza (Criscito, ma a questo punto anche Pasqual o Maggio). Ma come detto, mi fidavo. Con l'Inghilterra, devo riconoscerlo a Prandelli, abbiamo vinto grazie alla tattica. L'idea di fare possesso palla con Verratti - Pirlo - De Rossi, facendo correre a vuoto gli inglesi che nel secondo tempo, in quelle condizioni climatiche, avevano tutti i crampi, è stata vincente; e pazienza per gli svarioni difensivi di Chiellini e Paletta, svarioni a cui pensavo si potesse mettere rimedio. Pazienza per quel solo attaccante di ruolo che proprio non mi piace. Ma con l'Inghilterra, devo ammetterlo, è stata la mossa vincente. Quello che non mi aspettavo, però, è stata la scelta di giocare allo stesso modo con il Costa Rica; l'utilizzo col contagocce, e male, di gente come Cerci, Immobile e Insigne. E in generale la confusione tattica di un Prandelli che era evidentemente sotto pressione e che ha per questo motivo cambiato un pò tutte le carte in tavola, mostrandosi eccessivamente difensivista e soprattutto utilizzando tutti i suoi uomini a disposizione fuori ruolo. Insomma, il solito pasticcio all'italiana. Ma qui finiscono le colpe di Prandelli (che non sono poche). Dove iniziano i limiti non della nazionale, ma del sistema calcio italiano, è invece nella mancanza di una reale generazione del futuro. Chi ha sostituito Totti, Del Piero, Baggio e perché no, Gattuso? Chi, soprattutto, sostituirà Buffon e Pirlo? Sirigu (bravissimo davvero), Verratti e Immobile sono i primi tre che mi vengono in mente, ma guarda caso tutti e tre giocano (o giocheranno) all'estero e.. in ogni caso tutti e tre penso che non supereranno i loro predecessori. Il campionato italiano è un campionato in declino, primo di tutto di mentalità. Basta con la paura di perdere, basta con la sufficienza con cui si affrontano certe manifestazioni, basta con il coltivare il proprio orticello e non buttare l'occhio al di fuori del proprio giardino. Le coppe europee, lo dimostrano: la Champion's ormai è troppo difficile per noi, e noi siamo troppo "orgogliosi" (direi "viziati") da non considerare l'Europa League, dove facciamo solo figuracce. Il tutto si riflette così anche sulla nazionale, con gente che di fronte alla competizione internazionale appare impaurita, impreparata, inesperta. Tanti passaggi troppo corti, tanti errori di distrazione, tanta sufficienza, innumerevoli palle perse. Cose che fanno comprendere di non essere a proprio agio, di non essere tranquilli. A questo si aggiunge l'inconcludenza in fase d'attacco, dove il centrocampo non riesce a dare una palla che sia una agli attaccanti, che oltretutto quando per caso gli capita una palla o cadono per terra sperando in un fischio dell'arbitro o fanno una figuraccia. Ma che vi siano limiti tecnici io posso capirlo; purtroppo il calcio italiano è così e la nazionale non può fare miracoli. Quello che non accetto però è il non dare il 100%. E non venitemi a dire che in queste ultime due partite la nazionale ha dato tutto perché semplicemente non ci credo. Io non ho visto un Gattuso in campo. Preferisco un Gattuso che non sa nulla di tecnica ma che mette il cuore in campo ad un giocatore magari bravetto (ma neanche tanto) che gioca in nazionale come giocasse un'amichevole di fine stagione. Meglio uscire fuori allora, così magari si comprende che è ora di cambiare non solo il CT, ma l'intera mentalità.
p.s. Considerazioni, in pillole, sul resto del mondiale.
a) Questo Brasile magari arriverà fino in fondo per inerzia, grazie ai tifosi ed a qualche aiutino arbitrale, ma non ci credo che possa vincere il mondiale; Fred ed Hulk (per fare due nomi) non mi convincono proprio. Magari con il passare dei turni acquistano sicurezza e consapevolezza dei loro mezzi e finiscono col smentirmi, ma ora come ora non scommetterei una lira su di loro;
b) E' finito il ciclo della Spagna; o forse no, forse solamente del tiki-taka e di Del Bosque, che ha fatto gli stessi errori di Lippi portando in Brasile un gruppo ormai spremuto (il riferimento all'Olanda è puramente casuale) fino all'osso ignorando gente come Borja Valero, Callejon e Llorente tanto per citarne alcuni. Aggiungeteci Isco e Thiago Alcantara e la Spagna per il 2016 è già bella che pronta. Non c'è dubbio, comunque, che godo nel vederli già a casa;
c) Pronostici. Io tifo Olanda a questo punto; non ha mai vinto un mondiale e ha l'attacco (Robben - Van Persie) migliore. Ma credo che vincerà l'Argentina di Messi, d'altronde in America hanno sempre vinto squadre sudamericane.
d) Torno un pò sull'Italia, facendo un paragone. Ma pigliate la Grecia.. non ha mai avuto una stella nel suo gruppo, eppure gioca sempre fino alla morte. Agli Europei 2012 si è qualificata beffando all'ultimo la Russia, ora ha eliminato la Costa D'Avorio. E' questa la mentalità che vorrei nell'Italia; la stessa mentalità che vedo nella Juventus ma, ovviamente, solo quando gioca in Italia.
e) Finisco sempre sull'Italia. Non ho voluto di proposito parlare di arbitri, di espulsione di Marchisio o del morso di Suarez su Chiellini, destinato a diventare un tormentone. Certi discorsi avevano senso quando avevamo una nazionale con le palle come ad esempio nel 2002 in Corea, dove siamo stati cacciati fuori soprattutto da Moreno. Ma oggi no, oggi ci siamo cacciati noi, da soli.
Sfogo finito. Buona restante parte del mondiale, da spettatori..ci risentiamo per l'omaggio alla vincitrice.
mercoledì 25 giugno 2014
giovedì 12 giugno 2014
Spettacolo ed emozioni, via al mondiale più bello
Lasciatemelo dire, sarà un luogo comune ripetuto ad ogni manifestazione, ma questa volta ci credo davvero: questo sarà il mondiale più bello di sempre. E lo sarà non certo per il livello tecnico delle squadre (ovviamente c'è quasi tutto il meglio del calcio Mondiale in questi giorni in Brasile, ma penso che rispetto ad una decina di anni fa di campioni in giro ve ne siano un pò di meno), né (ma speriamo di si) per il trasporto che ci farà vivere la nostra nazionale. No, questo sarà il mondiale più bello di sempre perché si gioca (non me ne vogliano gli inglesi che recriminano l'invenzione) nella patria del calcio. Cosa volere di più? Questa sera ad aprire sarà il match Brasile - Croazia, dove la squadra di casa ovviamente non potrà altro che vincere. Poi, da domani, si inizia a fare davvero sul serio con ad esempio uno Spagna - Olanda da gustarsi. Noi debutteremo tra due giorni, nell'attesissimo (e personalmente molto temuto) match con l'Inghilterra. Le favorite, d'obbligo, stavolta sono due: il Brasile, per ovvi motivi, e la Spagna, per altrettanti ovvi motivi. Riuscita qualche altra squadra a inserirsi? Personalmente vedo una Germania ed una Inghilterra che possono andare molto avanti. Sulle sorprese, poi, non mi giudico perché ormai nominare Colombia (anche senza Falcao) e Belgio è diventato di moda. Tuttavia, vi lascio con una previsione: secondo me la Spagna uscirà di scena prematuramente, e questa sarà la fine di un incredibile ciclo. La finale sarà quella del 2002, Brasile - Germania. La finale per il terzo posto sarà Italia - Inghilterra, come a Italia '90 (di conseguenza penso che l'Uruguay steccherà questo mondiale). Vedremo un pò se indovino.
Chiudo con una riflessione meta-calcistica. Il Brasile è un paese immenso, pieno di contraddizioni, ricco anche di luoghi comuni (non tutti i brasiliano amano il calcio e non tutti sono fenomeni, lo sapevate?). Ma per quanto popoloso ed economicamente in crescita, questa immensa nazione in Italia la si nomina, nel 99% dei casi, sempre in riferimento al gioco del calcio. Qui, in Italia, il Brasile è sinonimo di calcio, e il calcio sembra essere lo sport creato su misura per i brasiliani; magari lì non sarà così, lì c'è poverta e, pur rappresentando uno dei tanti modi di distogliere la mente dalla fame, pur rappresentando un mezzo con cui si cerca un riscatto della propria condizione e la svolta della propria vita, il calcio è e resterà sempre un gioco. Un gioco probabilmente apprezzato maggiormente quando lo si vede praticare da bambini scalzi nelle favelas, quando ancora è genuino e rappresenta un sogno ad occhi aperti; non lo si ama molto quando lo si gioca in luccicanti, blindati ed esclusivi stadi che sono costati 10 miliardi di euro (dati ufficiali, ma la cifra vera non la conosceremo mai). I brasiliani, insomma, amano tantissimo il calcio e un pò meno amano questi mondiali. E' innegabile però l'augurio che questa manifestazione, che insieme alle Olimpiadi è probabilmente l'evento più seguito al mondo (a proposito, tra due anni ci sono le Olimpiadi di Rio de Janeiro!), sia un appuntamento da non rovinare. Il calcio, e di conseguenza il Mondiale, è forse uno dei pochissimi fenomeni sociali che uniscano davvero tutto il mondo; dove la politica, la religione, la cultura e gli stili di vita spesso finiscano col creare discriminazioni e divisioni, il calcio (come anche la musica) è una delle pochissime cose capace di accomune ogni abitante del nostro pianeta. Il calcio si gioca ovunque e piace ovunque. Il mondiale crea perciò quell'atmosfera di identità nazionale mescolata però alla voglia di aprirsi al mondo che lo rendono unico. E per il paese che li ospita deve esserci ancora di più quell'orgoglio, proprio per il ruolo di fare da padroni di casa e di ospitare ed accogliere il mondo intero.
Buon mondiale a tutti!
Chiudo con una riflessione meta-calcistica. Il Brasile è un paese immenso, pieno di contraddizioni, ricco anche di luoghi comuni (non tutti i brasiliano amano il calcio e non tutti sono fenomeni, lo sapevate?). Ma per quanto popoloso ed economicamente in crescita, questa immensa nazione in Italia la si nomina, nel 99% dei casi, sempre in riferimento al gioco del calcio. Qui, in Italia, il Brasile è sinonimo di calcio, e il calcio sembra essere lo sport creato su misura per i brasiliani; magari lì non sarà così, lì c'è poverta e, pur rappresentando uno dei tanti modi di distogliere la mente dalla fame, pur rappresentando un mezzo con cui si cerca un riscatto della propria condizione e la svolta della propria vita, il calcio è e resterà sempre un gioco. Un gioco probabilmente apprezzato maggiormente quando lo si vede praticare da bambini scalzi nelle favelas, quando ancora è genuino e rappresenta un sogno ad occhi aperti; non lo si ama molto quando lo si gioca in luccicanti, blindati ed esclusivi stadi che sono costati 10 miliardi di euro (dati ufficiali, ma la cifra vera non la conosceremo mai). I brasiliani, insomma, amano tantissimo il calcio e un pò meno amano questi mondiali. E' innegabile però l'augurio che questa manifestazione, che insieme alle Olimpiadi è probabilmente l'evento più seguito al mondo (a proposito, tra due anni ci sono le Olimpiadi di Rio de Janeiro!), sia un appuntamento da non rovinare. Il calcio, e di conseguenza il Mondiale, è forse uno dei pochissimi fenomeni sociali che uniscano davvero tutto il mondo; dove la politica, la religione, la cultura e gli stili di vita spesso finiscano col creare discriminazioni e divisioni, il calcio (come anche la musica) è una delle pochissime cose capace di accomune ogni abitante del nostro pianeta. Il calcio si gioca ovunque e piace ovunque. Il mondiale crea perciò quell'atmosfera di identità nazionale mescolata però alla voglia di aprirsi al mondo che lo rendono unico. E per il paese che li ospita deve esserci ancora di più quell'orgoglio, proprio per il ruolo di fare da padroni di casa e di ospitare ed accogliere il mondo intero.
Buon mondiale a tutti!
domenica 8 giugno 2014
Luca e Frosinone, una storia in comune, una festa per due!

giovedì 5 giugno 2014
Emiliano: c'è un Rossi bravo e sfortunato anche qui

domenica 1 giugno 2014
Per Simone è una stagione eccellente!

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