giovedì 17 maggio 2012

Alessandro e Matteo in B, finisce un'era

Questo è un post davvero particolare. Dopo nove anni passati qui mi ritrovo a commentare la mia retrocessione e devo dire che mi fa davvero strano. Come, del resto, mi fa strano commentare l'addio dalla Juventus di Alessandro Del Piero, o la partenza di Nesta, Gattuso e Inzaghi dal Milano. Insomma, un segno dei tempi che cambiano. Ma è giusto partire a fare il resoconto dalla stagione da chi questa stagione l'ha vissuta costantemente con la paura, la delusione, la speranza e infine l'amarezza che abbiamo provato io e Matteo, i due che il prossimo anno non calcheranno i campi prestigiosi e sempre più difficili della Serie A. Una stagione, per loro, completamente diversa ma accomunata proprio da questa retrocessione. Per Matteo, abituato nelle quattro precedenti stagioni in Lega a raggiungere sempre il podio (che fosse di B o come più spesso di A) un ottavo posto è davvero qualcosa di nuovo. Si era partiti come sempre, con il blocco Inter, con qualche altro innesto dei pupilli e qualche scommessa. Le disgrazie della prima parte le hanno fatto specialmente gli interisti, che hanno contribuito a far scendere fin da subito Matteo nella zona pericolante; ma è dal girone di ritorno che, soprattutto a causa di problemi personali, Matteo ha un pò abbandonato la spugna non riuscendo più a trovare le motivazioni, la forza, la cattiveria e la convinzione giusta per crederci fino alla fine. Alessandro, invece, ci ha veramente creduto fino alla fine. La sua è stata una stagione alla rincorsa; alla rincorsa delle scelte sbagliate fatte in sede di asta e delle giornatacce di ottobre che hanno davvero compromesso tutto. A partire da gennaio c'è stato il risveglio e la riscossa dell'orgoglio, e da quel momento Alessandro davvero ha iniziato a macinare punti dimostrando di avere mezzi e numeri per potersi salvare. Stefano, Massimiliano ed Emiliano; hanno tutti un pò tremato vedendo Alessandro avvicinarsi sempre di più. La cavalcata, nel frattempo, si è estesa anche in Coppa Italia dove si è ottenuto uno storico trionfo che non si vedeva da anni. Ma la favole si interrompe qui. Non basta recuperare oltre cinquanta punti alla prima posizione per raggiungere il gruppo. A tre giornate dalla fine, è ormai chiaro che non ci sarebbe mai stato un recupero del gap che, nonostante sia diminuito da quasi ottanta punti a circa venticinque, condanna comunque il Presidente. Due scudetti, quattro Coppe Italia, una Supercoppa ed una Coppa dei cadetti che lasciano la Serie A; convinti però che la prossima stagione saranno in prima fila per ottenere la promozione.

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