Ancora una tragedia della società malata

Sono passati poco più di nove mesi dalla tragedia Raciti, ma oggi ci ricordiamo che stiamo sempre nella solita situazione. Stavolta niente violenze negli stadi, niente bombe dagli spalti, nessuna carica sulla polizia, nessun gruppo di tifosi "organizzati" a creare violenza. La morte di Gabriele Sandri è avvenuta in un autogrill vicino Arezzo in seguito ad un colpo partito accidentalmente dai carabinieri a sedare una lite scoppiata tra due gruppi di tifosi, uno juventino ed uno laziale, che con le loro auto si recavano allo stadio. Una tragedia nata da un semplicissimo diverbio. A poco servono decreti sulla sicurezza degli stadi se si ci uccide in autogrill in questi modi. Tutti ad infierire sul calcio che è malato. Si lo è, ma oltre che a provocare ingiustizie sportive, furti e corruzioni arbitrali, passaporti falsi, partite truccate, falso in bilancio, contratti milionari e quant'altro si voglia...bè non uccide nessuno. Se ci sono morti nel calcio come ce ne sono a Perugia, a Garlasco, a Roma, ad Erba, a Cogne, a Novi Ligure, ad Arce ecc è perché è la società ad essere malata. Il calcio è un fenomeno sociale e come tale subisce gli effetti negativi di questo, ma non è il "calcio" che in questi istanti sta indegnamente gridando cori diretti ai carabinieri; iniziamo a prenderci le responsabilità perché sulle curve ci sono le persone, le stesse che al lunedì vanno a lavorare, che guardano la tv e che fingono di indegnarsi come noi quando al telegiornale sentiamo la tragedia del giorno.